NATURAL BIODIVERSITY FUTURE CENTRE

Prende corpo un ambizioso progetto, la cui proposta è stata coordinata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Con la firma dell’atto costitutivo il 23 Giugno 2022 nasce, il National Biodiversity Future Centre (NBFC), il Centro di ricerca che ha messo insieme una rete di 48 partner attorno al prioritario tema della biodiversità.

La proposta, che mira a mettere in campo la più poderosa iniziativa di ricerca e innovazione sulla biodiversità mai tentata in Italia, si fonda su virtuose sinergie tra Università, Organismi di Ricerca, Fondazioni e Imprese, scelti in base alla loro comprovata leadership scientifica, tecnologica, etica e di mercato.

Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke, ovvero con un punto centrale a Palermo e 8 nodi distribuiti su tutto il territorio nazionale, a garanzia di quel riequilibro territoriale che è tra le priorità del PNRR.

La biodiversità svolge un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta e la conseguente fornitura di beni e servizi, con un impatto diretto sul benessere della collettività e del singolo.

L’incremento progressivo della popolazione – raddoppiata a livello globale solo negli ultimi 50 anni – unito alle legittime aspirazioni per livelli sempre maggiori di standard di qualità della vita, hanno determinato una pressione costante e crescente sulla biodiversità, che si è tradotta in sovra-sfruttamento degli ecosistemi, alterazione climatica globale ed estinzione delle specie. Per contrastare lo stato “di fatto” emergenziale attuale e per riportare l’azione dell’uomo ad un livello di sostenibilità, è necessario intervenire con strumenti appropriati, basati su solide conoscenze scientifiche e tecnologiche, e capaci di ottemperare alle disposizioni europee previste per il 2030: ridurre la perdita di biodiversità del 30% e recuperare per almeno il 15% gli equilibri ecosistemici mediante azioni di ripristino ecologico degli habitat.

Vi è quindi la necessità di agire velocemente sui diversi livelli di organizzazione biologica che comprendono i processi, le funzioni e le interazioni essenziali tra gli organismi e il loro ambiente. In questa idea moderna di biodiversità funzionale gli esseri umani devono essere componente integrante e non preponderante degli ecosistemi. Il PNRR offre una grande opportunità per rendere concreta questa visione in un Paese come l’Italia, che è parte dell’Hot Spot di biodiversità del Mediterraneo, data la ricchezza in specie endemiche e la grande variabilità ecologica e di habitat.

Nonostante questa ricchezza, il nostro Paese ha subito consistenti perdite e fenomeni di erosione della biodiversità nei confronti di numerosi taxa (45% delle specie animali e quasi il 55% delle specie vegetali sono a rischio di estinzione) e habitat (circa il 30%), soprattutto a causa di fattori antropici e ambientali connessi. L’elevato tasso di estinzione di specie, abbinato alla perdita e frammentazione di ambienti critici, come la macchia mediterranea in ambito terrestre e le praterie di fanerogame in ambito marino, sono fenomeni irrecuperabili e hanno un impatto devastante anche sulle risorse naturali e i cicli degli elementi. Questi fattori minano l’efficacia dei servizi ecosistemici fondamentali per la resilienza degli ecosistemi e per il benessere dell’uomo.

NBFC è nato con la finalità di aggregare la ricerca scientifica nazionale di eccellenza e le moderne tecnologie per supportare interventi operativi volti a:

– monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità negli ecosistemi marini, terrestri e urbani della Penisola;

– valorizzare la biodiversità e renderla un elemento centrale su cui fondare lo sviluppo sostenibile.

NBFC consentirà di raggiungere i seguenti risultati:

– fornire strumenti innovativi ed efficaci ai decisori politici per contrastare l’erosione della biodiversità (conservazione e ripristino), quantificare i servizi ecosistemici e realizzare azioni volti alla conservazione e ripristino della biodiversità in tutto il Mediterraneo;

– individuare soluzioni tecnologiche innovative per raggiungere i target del Green Deal legati alla capacità di sequestro di Carbonio degli ecosistemi e alla conservazione della biodiversità e ai principi dell’economia circolare;

-formare una nuova classe di ricercatori con competenze multidisciplinari capaci di affrontare temi complessi come quello dell’ambiente e della biodiversità;

– posizionare l’Italia come paese di riferimento per lo studio e la conservazione della Biodiversità anche attraverso la formazione di nuovi professionisti e green job;

creare nella società civile una consapevolezza e partecipazione nei confronti della tutela e valorizzazione della biodiversità.

L’Università degli Studi del Molise è tra i 48 partner, quale riconoscimento per l’eccellenza delle attività di ricerca svolte dall’Ateneo sui temi della tutela, conservazione, monitoraggio e valorizzazione della biodiversità ed ENVIXLAB mette al servizio del progetto una solida esperienza decennale sui temi della biodiversità (degli ecosistemi, degli habitat e comunità vegetali, delle popolazioni e comunità animali, dei suoli), della modellistica ambientale e del remote sensing.

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